venerdì 30 settembre 2011

mercoledì 28 settembre 2011

PES 2012


MIO! con un giorno di anticipo sulla data di uscita (grazie Andrea!). Comincia ufficialmente la nuova stagione e il gioco sembra davvero promettere bene. A presto per dettagli, curiosità e recensione...

lunedì 26 settembre 2011

GRAZIE SERGIO...

Per avermi fatto conoscere tutti questi "Amici" e per tanto altro ancora. Buon viaggio...

I KILL GIANTS - RECENSIONE

Sono da sempre un “divoratore” di fumetti di tutti i “tagli” e di tutti i generi, ma è solo da poco tempo (circa un anno) che mi sono avvicinato alle Graphic Novels o come preferisco chiamarle io “Romanzi grafici”. E devo dire che negli ultimi mesi mi è capitato di leggerne anche di molto belli, “LMVDM” di Gipi e “Il Selvaggio” di Almond-McKean su tutti, come l’ultimo che mi è capitato tra le mani: “I Kill Giants” scritto da Joe Kelly ed illustrato da KM Ken Niimura. L’acquisto di questo “fumetto” è stato del tutto casuale: avevo un buono di venti euro da spendere nella mia fumetteria di fiducia e dopo quasi mezzora di indecisione mi sono lasciato convincere dalla copertina, dal tratto del disegnatore e dalla protagonista, una ragazzina sociopatica impegnata nella lotta ai giganti! Lo ammetto, ho sempre avuto un debole per le storie che hanno come protagonisti bambini e/o adolescenti e quando ho visto Barbara Thompson è stato immediatamente colpo di fulmine. BT è la protagonista di questa storia che affronta in maniera molto particolare alcuni delicati temi legati alle paure dei bambini “incarnate” nelle figure dei giganti che questa ragazzina, sveglia e coraggiosa, si troverà ad affrontare e sconfiggere grazie al suo fedele martello Coveleski (davvero molto interessante la storia che c’è dietro al nome di questa arma). Mi rimane molto difficile poter aggiungere altro a quanto scritto senza correre il rischio poi di anticipare troppo per chi fosse interessato alla sua lettura, per questo concludo questo mio breve commento dicendo che secondo me “I kill Giants” è un gran bel romanzo grafico sui bambini, ma per adulti, che ha tra i suoi punti di forza un’impaginazione e un ritmo molto cinematografico, un tratto semplice a metà strada tra i comics americani e il manga, una trama costruita in maniera perfetta ed un finale davvero commovente. E non ditemi che per quindici euro tutto questo non vi basta…

UN ALIBI DI SCORTA DI ENRICO MONTESANO

A me Enrico Montesano è sempre piaciuto. E per sempre intendo dai tempi in cui recitava nel “Conte Tacchia” di Sergio Corbucci fino all’apparizione in “EX” di Fausto Brizzi, passando per l’immortale “Febbre da cavallo” e “Mi faccia causa” (il mio preferito) di Steno. E non mi erano dispiaciute neanche le sue apparizioni televisive in “S.P.Q.M.” e “Fantastico Enrico” e le sue performance teatrali, una tra tutte “Il Rugantino”.
Così quando Maria mesi fa mi ha portato a sorpresa a casa “Un alibi di scorta” il suo primo romanzo la curiosità e la voglia di leggerlo è stata davvero forte! Infatti io stimo molto gli “artisti” poliedrici che sanno spaziare in campi diversi: attori che diventano cantanti che diventano scrittori che sanno anche disegnare e via discorrendo. Un “caso” che mi appassionò anni addietro fu quello di Giorgio Faletti, un artista che dopo anni di prigionia in personaggi da “Drive in” si reinventò dapprima cantante impegnato (“Signor tenente”) a Sanremo ed abile scrittore di thriller (“Io uccido”) poi. Inizialmente la sua “mutazione” mi esaltò parecchio, poi bastarono un paio di sue dichiarazioni in tv, una frase “sbagliata” detta durante la presentazione di “Niente di vero tranne gli occhi” alla Feltrinelli (un giorno ve la racconterò questa storia) ed il sospetto (poi divenuta certezza!) che non fosse lui a scrivere i suoi romanzi per farmi passare tutti gli entusiasmi e per far crollare sotto le scarpe la stima nei suoi riguardi. Cosa che non credo succederà col buon vecchio EM perchè pur non essendosi dimostrato un gran talento alla scrittura, almeno i suoi romanzi se li scrive da solo! E questo lo dimostra il fatto che “Un alibi di scorta” infatti è infatti un racconto molto “alla buona” che non sembra avere grandi pretese concettuali, stilistiche e di contenuto. Il libro di 154 pagine scritto da EM in un bel romano accessibile anche ai non-romani, racconta la storia dai toni agrodolci di un geometra (Pietro detto Alboreto) che in seguito ad un’accidentale caduta avvenuta durante l’ispezione in un cantiere edile, rimane paralizzato dalla vita in giù. Questo incidente ovviamente comporterà una serie di cambiamenti nella sua tipologia di vita che saranno poi la causa dell’inaspettato spostamento degli affetti a cui sarà soggetto. Quindi un tema un po’ sfruttato che però EM non ha la presunzione e la pretesa di utilizzare per farci la morale sul tema dell’invalidità, ma piuttosto come concept iniziale intorno al quale costruire la storia che nelle sue intenzioni doveva essere un thriller (ma che un thriller non è!) capace allo stesso tempo di far ridere (senza successo!) e riflettere (poco). “Un alibi di scorta” infatti è secondo me un racconto incompiuto perché non ha il ritmo e le svolte narrative di un thriller, manca completamente della costruzione “umoristica letteraria” (la maggior parte delle battute sono affidate alla dialettica del protagonista ed avrebbero funzionato di più in video) e quando prova a “trasmettere emozioni” purtroppo scade nel banale. Comunque sia non tutto è male, infatti EM mostra una certa confidenza con la scrittura e riesce nel difficile compito di realizzare più di centocinquanta pagine di lungo, lunghissimo monologo che risulta si di facile lettura, ma che è nello stesso tempo anche davvero molto piatto. “Un alibi di scorta” ha il torto di non coinvolgerti mai nella storia che racconta, di non farti affezionare a nessun personaggio (tutti peraltro tracciati con superficialità) e di non lasciarti nulla o quasi nel momento in cui arrivi alla parola fine. Secondo il mio modesto parere EM nasce per stare davanti ad una telecamera ed è lì che ha dato e può dare ancora il meglio; questo tentativo, seppur nobile di scrittura, è un po’ fallito e il fatto di aver definito questa sua opera come scritta per immagini e pensata per il cinema non è una giustificazione perché probabilmente “Un alibi di scorta” magari potrà essere pure un bel film, ma intanto è un libro brutto.

3D CHE VORDI'?



Per il commento di questo blu-ray me la caverò davvero con due parole: non compratelo! Ma non perché sia un brutto film, anzi a me che peraltro non sono un amante di film in costume è piaciuto, ma semplicemente perché non è in 3D! “Scontro tra Titani” è infatti un film che è stato girato in maniera “classica” al quale è stata aggiunta in fase di post-produzione la terza dimensione e questo, rispetto ad esempio a pellicole come “Avatar” o “Sanctum”, si nota e parecchio. Poi che la storia sia carina, anche se secondo me risolta in maniera troppo sbrigativa, e che ci sono nel film scene spettacolari e bei “momenti” di regia è un’altra storia perché se io decido di acquistare un blu-ray in 3D è ovvio che voglio la profondità di campo e un bel po’ di pop out, tutte cose che qui non troverete. La Warner Bros. e la Legendary Picture sono state molto abili a sfruttare l’ondata di successo avuta da “Avatar” e dal suo protagonista, Sam Worthington, scegliendo proprio lui per il ruolo di Perseo e spacciando il film per un 3D pur non essendo così! Ultime due annotazioni:
  • a 16,90€ si può acquistare (io l’ho trovato da Saturn);
  • i poster promozionali dell’edizione jappo sono stati realizzati da Masami Kurumada, Autore del manga “I Cavalieri dello Zodiaco” ed io vi consiglio di andarli a cercare.

domenica 25 settembre 2011

NEI PROSSIMI GIORNI...

- Recensione della Graphic Novel "I Kill Giants"
- 3D che vordì: "Scontro tra Titani"
- Commento sul libro "Un Alibi di scorta" di Enrico Montesano
- Consigli per l'acquisto: Game su AppStore
- Audiolibri da non perdere
- Lista regali per il mio compleanno!

E tanto altro ancora....

mercoledì 21 settembre 2011

PER TE...


Oggi brindo a te amico mio ed alzo il bicchiere verso il cielo perché tu per me ci sei e ci sarai sempre...

martedì 20 settembre 2011

E DOPO CINQUE ANNI ARRIVA "SENZA TITOLO"

Sesta fila posti centrali!

Qualche anno fa, precisamente alla fine del Tour de “Le Band si sciolgono”, Luca Carboni durante un’intervista in tv disse che molto probabilmente quell’album (il decimo di inediti) sarebbe stato il suo ultimo “lavoro” perché come cantautore era arrivato alla fine di un ciclo creativo e che, siccome non aveva più niente da “dire” preferiva chiuderla lì. Ovviamente quell’ affermazione, oltre che sorpreso, mi lasciò parecchio dispiaciuto perché Luca Carboni per molti anni era stato il mio artista preferito, l’unico di cui avevo tutti i cd (e pure un vinile) e peraltro tutti originali e l’unico che avevo seguito in più di un concerto. Però pensai che in fondo Luca con quella sua uscita di scena improvvisa aveva oltremodo dimostrato di essere un grande cantautore, uno dei pochi che piuttosto che piegarsi davanti a “golosi” giochi commerciali aveva scelto l’abbandono. Mi misi l’anima in pace ripensai allo splendido concerto all’Auditorium aperto da Rosario Di Bella al pianoforte e chiuso dagli inchini e i ringraziamenti di Carboni e non ci pensai più; almeno fino a quando qualche mese fa su Twitter il cantautore bolognese scrisse che a metà settembre sarebbe uscito un suo nuovo album di inediti. Non di cover come "Musiche ribelli", ma proprio di inediti ed aggiunse che era il risultato di due anni di lavoro. A quel punto la mia curiosità montò su come una scimmia impazzita che iniziò a ticchettare incontrollata e sue dita sulla tastiera del mio Mac alla ricerca di informazioni. Ma sul web non c’era niente! Niente di niente, le uniche notizie disponibili le ho avute attraverso i tweet proprio di Luca che devo riconoscere è stato molto abile a “costruire” una intelligente campagna pubblicitaria per il suo nuovo album “Senza titolo”. Gli ingredienti classici infatti c’erano tutti: il cantautore famoso che stanco della routine e dei ritmi indemoniati della città decide spontaneamente di ritirarsi alla ricerca dell’ispirazione perduta nell’isolamento di una casa sulle montagne in mezzo ai boschi; Luca cominciò a parlare così di vita a contatto con la natura, di lavorare la terra, di aver acquistato un trattorino, di rapporto padre-figlio, della moglie, dei veri valori della vita e bla bla bla. Tutto molto bello e romantico, ma tutto anche già visto e soprattutto sentito come purtroppo si è dimostrato essere questo suo ultimo album! Perché è bene dirlo subito “Senza titolo”, undicesima fatica, di Luca Carboni è un album che non aggiunge praticamente nulla a quanto già detto e scritto da questo artista che a distanza di ben cinque anni da “Le band si sciolgono” (album di studio che avevo apprezzato) torna alla ribalta affidandosi ai soliti temi, a quelli a lui più cari e rassicuranti e che in passato gli avevano garantito fortuna, fama e successo. Questo d'altronde già lo si era capito dalla scelta del singolo apripista del nuovo album, quel “Fare le valigie” motivetto allegro e spensierato che ruota intorno al jingle più collaudato e caro a Luca e che tanto mi aveva ricordato “Le ragazze” di “Carovana” dimostratosi poi un capolavoro assoluto come “Persone silenziose” e “Mondo”, tre album che hanno come comune denominatore la collaborazione di Mauro Malavasi. Per questo motivo quando ho letto di un suo ritorno accanto a Carboni nella realizzazione di "Senza titolo" ho iniziato a sperare in un qualcosa di indimenticabile come gli album sopracitati rendendomi conto però molto presto che le mie grandi attese sarebbero state tradite! Tradite perché senza troppi giri di parole “Senza titolo” è un disco “meravigliosamente” noioso, lento, ma di talento (scusate la rima) in cui tutti quelli che lo hanno seguito da sempre non faticheranno a ritrovare gli spunti, i ritmi e il modo di comporre canzoni tipiche del cantautore bolognese, ma che dall’altra parte non farà venire la voglia e la curiosità di ascoltarlo a chi non l’ha mai fatto prima. Probabilmente Carboni il meglio di se l’ha già dato, ma riesce ancora dopo tanti anni a mantenere quell’animo tormentato ed insofferente che lo ha portato sempre a cercare e sognare una vita diversa e migliore da quella che non si rassegnato a vivere. Oltre a questo i temi trattati in “Senza titolo” sono le delusioni generazionali raccontate in “Riccione-Alexandre Platz” (musicalmente la mia preferita), l’amore per le piccole cose e i sentimenti confusi e inespressi (“Per tutto il tempo” e “Una lacrima”) e le pieghe intime più nascoste come le incomprensioni con i genitori (“Madre” e “Senza strade”). Oltre a questo poi ritroviamo la semplicità e l’orecchiabilità che devono essere presenti nelle canzoni pop come “Fare le valigie” e “Cazzo che bello l’amore”. Da dire secondo me c’è poco altro, concluso ribadendo che ho apprezzato molto di più i cinque anni di silenzio di Carboni (perché se non si ha niente da dire è meglio stare zitti) piuttosto che questo album che comunque alla fine non è mi è totalmente dispiaciuto e mi ha convinto a comprare i biglietti del concerto al quale porterò Maria…  

lunedì 19 settembre 2011

VOGLIO LA VIDEOCASSETTA DI SUPER 8

Locandina in stile "Drew Struzam" 
Dopo una lunga, lunghissima attesa ieri sera finalmente sono riuscito ad andare a vedere Super 8, uno dei film se non IL film di cui aspettavo con più ansia l'uscita per una serie di motivi che proverò a spiegare nelle prossime righe partendo da quello più importante: con Super 8 ero speranzoso di poter ritrovare la magia della mia adolescenza andata (in parte) persa con il passare degli anni; quella magia e quel senso di immedesimazione che avevo provato guardando i Goonies, Explorers, Piramide di Paura, E.T. e Giochi Stellari, tutti teen-movie prodotti dalla Amblin tornata a produrre un film, Super 8 appunto, dal lontano 1991. Ero talmente eccitato al solo pensiero di questa nuova uscita che non ho voluto volontariamente documentarmi sul film proprio per non rischiare di rovinarmi poi la sorpresa; unica eccezione è stata la visione di due teaser che fortunatamente non svelavano molto dei contenuti della pellicola, ma che per presentazione, per qualità ed atmosfera mi ha fatto sorgere il (coinvolgente) dubbio che Super 8 potesse essere addirittura un film di Steven Spielberg proprio dell'epoca andato perso, ritrovato e poi distribuito in sala. Ovviamente Super 8 non è niente di tutto ciò, ma è più semplicemente un grande omaggio ai film della Amblin appunto degli anni '80. E questo lo si capisce già dai titoli iniziali con la quasi dimenticata bicicletta di Elliot ed E.T. e la scritta Amblin Entertainment (primo brivido!) a presentare il film che già dai primi minuti si dimostra per quello che è, ossia un grosso contenitore di tutta la mia (e dei miei coetanei) giovinezza cinematografica. Non manca proprio nulla, c'è tutto: le famose BMX, i walkie-talkie, il walkman, i ragazzini coi zainetti sulle spalle (che lanciano oltre la rete per poi scavalcarla) e poi i conflitti familiari coi padri assenti, le sorelle più grandi coi pantaloncini cortissimi e le camicie annodate sopra l'ombelico e le mamme morte. Tecnicamente non mancano i grandi movimenti di macchina, la pellicola volutamente sgranata, un mostro che non si vede fino a mezzora dalla fine del film, il bambino protagonista introverso e sognatore, quello grasso e quello ciarliere oltre alla bellissima bambina bionda che è il vero crack della storia (la bravissima Elle Fanning sorellina minore di Dakota tanto per dire che il DNA non mente!). Tutto questo lo ritroviamo nella prima parte del film che J.J. Abrams mette in scena in maniera fantastica modellando il suo stile sull'immaginario di Spielberg in maniera davvero ineccepibile senza sbagliare un taglio, un'inquadratura e donando alla pellicola un ritmo davvero travolgente grazie anche all'introduzione dello script principale della storia e ad una caratterizzazione dei personaggi davvero davvero convincente. Dopo aver visto un'ora di film e dopo aver visto la scatola della macchina del deserto di Big Jim sul letto del bambino regista e le confezioni di pellicola kodak ho avuto un sussulto interiore che mi ha fatto gridare e sperare al capolavoro! ma improvvisamente da quando Elle viene rapita in poi il film perde improvvisamente e troppo rapidamente di vivacità, di interesse e di tono e lo script fino a quel momento davvero bellissimo si accartoccia su se stesso diventando prima risolto troppo superficialmente, poi confuso ed infine (ahimè!) anche un pò noioso; e la storia in questa inaspettata involuzione purtroppo coinvolge anche i personaggi (che a più di mezzora dalla fine non hanno più nulla di "cinematograficamente" interessante da dire) fino al tanto atteso e "classico" (per la Amblin) elemento "fantastico" finale che nel momento in cui è mostrato ha perso notevolmente di fascino fino a risultare forzato. Questo però non vuol dire che Super 8 non mi sia piaciuto, anzi per molti lunghissimi tratti l'ho "amato" ed anche il finale strappalacrima con tutti i protagonisti in strada sudati e commossi che si danno la mano guardando in alto verso la luce abbagliante mentre la m.d.p indietreggia e sale mi sta bene perchè un film della Amblin "deve" finire così, l'unica cosa che contesto è la scelta di alcune svolte narrative (ripeto) nella parte finale che potevano essere risolte molto meglio e che ci avrebbero regalato un "qualcosa" destinato a rimanere nel cassetto dei ricordi. Invece la sensazione finale che mi resta è quella dell'amaro in bocca per essermi quasi illuso che Super 8 potesse essere destinato a "rimanermi dentro" come era successo con E.T, coi  Goonies e con Explorers, capendo invece subito che non sarebbe stato così. Una cosa che comunque mi è rimasta è la voglia di riprendere i miei Big Jim dalla soffitta di casa e quella di comprarmi una bmx! concludo con una nota: carina la scelta di chiamare le industrie chimiche del corto finale Romero (padre degli Zombie!) e con un consiglio alla Amblin: a Natale fossi in loro farei uscire un'edizione speciale del film col disco blu-ray insieme alla videocassetta! se lo facessero sono sicuro che farebbero "il botto" di vendite ed io sarei tra primi a comprarlo!

martedì 13 settembre 2011

TI ASPETTAVO DA CINQUE ANNI!


Preso oggi da Feltrinelli. Adesso lo ascolto con attenzione, mi informo, twitto un pò con Luca e vi faccio sapere cosa ne penso...

mercoledì 7 settembre 2011

LAVORI IN CORSO - PARTE 2

Continuano frenetici i lavori di aggiustamento del blog. Al momento sono stati ripristinati i link di alcuni racconti brevi, la sezione "Etichette" in basso a sinistra è stata snellita, sistemata e resa di più facile ed intuitivo accesso e sono stati aggiunti i collegamenti ai miei profili Facebook e Twitter. I video che trovate qui sotto erano andati persi nel blog e l'unico modo per ripristinarli era ri-pubblicarli e siccome rinurciarci mi dispiaceva l'ho fatto. Entro fine settimana spero di riuscire a caricare i video mancanti: Le Nonne Assassine, Fahreneit 21.9, La Ballerina e tutti i racconti brevi mancanti. 

VIDEO ANDATI PERSI (2)


VIDEO ANDATI PERSI (1)

martedì 6 settembre 2011

TRE BUONI MOTIVI PER PRENDERE L'IPAD2

 iCase



 Atari Arcade




Air Tv

NINTENDO WII U


Sembra una buona idea, ma somiglia di più ad un'evoluzione della Wii piuttosto che una vera e propria nuova console. Va bene un nuovo sistema di controllo, ma fossi nella Nintendo punterei anche e soprattutto ad un miglioramento "evidente" nella veste grafica. Uscirà nel 2012 insieme al solito Zelda che dai primi video sembra la solita conversione di passaggio da una console Nintendo all'altra! appena avrò notizie "certe" sul prezzo e la compatibilità vi farò sapere.

lunedì 5 settembre 2011

LAVORI IN CORSO

Facendo il consueto e periodico "tour" di controllo all'interno del blog per testarne il corretto funzionamento in ogni parte ho constatato purtroppo che parecchi link sono inattivi per motivi vari e sconosciuti: ad esempio il sito che raccoglieva singolarmente i miei racconti brevi ha chiuso i battenti improvvisamente e senza avvisare, l'account di qoob tv dove c'erano caricati "La Ballerina" e "Fahreneit 21.9" è stato inavvertitamente rimosso e i video de "La Nonna Assassina" sono stati inspiegabilmente cancellati da Vimeo! vacci a capire qualcosa, comunque sia mi sto già rimboccando le maniche e spero nell'arco di pochi giorni di poter ripristinare il tutto. Nel frattempo vi auguro una buona lettura e navigazione e lo faccio con questa canzoncina che sono giorni che mi ronza in testa...

domenica 4 settembre 2011

3D CHE VORDI'?


Considero Joe Dante un grande Autore e Regista che ha lasciato indelebilmente un segno sulla mia “cultura” cinematografica grazie ad alcune pellicole che io considero per motivi diversi assoluti capolavori: Piranha, L’ululato, Gremlins, Explorers e Salto nel buio (in ordine rigorosamente cronologico). Da Salto nel buio in poi, se si fa eccezione per Small Soldiers, però la produzione artistica di JD non mi aveva più convinto, interessato ed incuriosito almeno fino a quando non ho saputo dell’uscita di The Hole al cinema. Gli Horror soft americani, alla Scream per intenderci, infatti non mi sono mai dispiaciuti (primo su tutti So cosa hai fatto) così appena ho saputo dell’uscita di The Hole mi sono precipitato in sala, ma per risparmiare quattro euro ho scelto di vederlo in 2D. Ora il film in se per se non è male e non manca di qualche spunto interessante e divertente, solo che ormai come succede per quasi tutte le pellicole pensate per il 3D: riprese, movimenti di macchina ed anche l’iter narrativo stesso sono studiati appositamente per valorizzare questo aspetto a discapito purtroppo dei contenuti. The Hole non fa eccezione e la dimostrazione lampante di quanto ho appena scritto è tutta contenuta nel suo finale convulso, esagerato e visionario che impressiona a livello di 3D, ma che cozza fortemente con la gradevolezza dei toni assunti dal film fino a quel punto. Parlando invece esclusivamente del blu-ray devo dire che secondo me merita di essere visto perché nel passaggio Cinema-Home Cinema il 3D ci ha guadagnato parecchio per via dell’alta definizione che rende ancora più apprezzabile una ben realizzata profondità di campo e perché gli effetti pop-out (anche se un po’ pochi e fine a se stessi) sono davvero ben riusciti e visivamente molto belli. Detto questo aggiungo soltanto una mia considerazione personale ossia che The Hole è un film che una volta visto non avrai voglia di rivedere subito e neanche uno di quelli che per fare lo “sbruffone” con gli amici metterai su per impressionarli a colpi di 3D; per questo motivo (ed anche perché attualmente è uno dei pochi film in 3D disponibili a noleggio) non mi sento di consigliarne l’acquisto (edizione con doppia copia 3D stereoscopico con occhiali lente verde-rossa e copia 3D attivo) a meno che non si è dei veri collezionisti o appassionati, in questo caso fatevi un giro su internet e cercate di non spendere più di 20-22 € perché di più non li vale credetemi.

Prossimo appuntamento: Scontro tra Titani 3D

giovedì 1 settembre 2011

MA OGGI NON E' DOMENICA?

Val d’Orcia


La (mia) storia: io l’Italia, fatta eccezione per la Sardegna e poco altro, la conoscevo davvero in maniera superficiale perchè in passato avevo sempre privilegiato mete estere a quelle del nostro bel paese; da quando ho conosciuto Maria però le cose sono un po’ cambiate e con la sua complicità e con quella di un portafoglio più leggero insieme a lei ho cominciato a girarmela un po’ di più. In breve tempo così ho avuto la fortuna ed il piacere di concedermi piccole gite e vacanze in quel di Bologna, Genova, Saturnia, Pitigliano, Ponza, Fiuggi,Moena, Gubbio, Spoleto, Assisi, Orvieto, l’Elba ed ultima la Val d’Orcia che ovviamente non avevo ancora mai visitato.

L’occasione: l’idea del weekend lungo da trascorrere in Val d’Orcia è stata di Maria che dopo ripensamenti vari ha scelto Chianciano come destinazione e base per il nostro soggiorno in occasione del suo trentunesimo compleanno. Lo scorso anno la scelta era ricaduta su Fiuggi, questa volta a spuntarla è stata Chianciano perché oltre ad essere una zona termale era anche abbastanza economica e ben collegata coi paesi circostanti.

Come arrivarci: da Roma è molto semplice arrivare in Val d’Orcia e si può scegliere se spendere 9 € di Autostrada o se arrivarci gratis percorrendo la Cassia. In entrambi i casi il viaggio risulta comodo e piacevole e tenendo conto dei limiti di velocità imposti i tempi di arrivo sono stimati intorno alle due ore.

Grand Hotel Admiral: come ho già detto la base del nostro soggiorno è stata Chianciano Terme e più precisamente il Grand Hotel Admiral, una struttura a quattro stelle con piscina esterna e centro benessere SPA all’interno. I commenti che Maria aveva trovato disseminati su internet erano piuttosto buoni ed il fatto che ci venisse offerta la possibilità di pernottare per due notti con la prima colazione e il centro benessere incluso a 59,90 € ci hanno convinto subito ad accettare. A conti fatti credo però che ad aderire a quell’offerta così vantaggiosa siamo stati davvero in molti perché l’Hotel era davvero pieno di gente e addirittura prendere un ascensore è stata un’impresa. Il fatto di essere in molti ha poi avuto risvolti estremamente negativi sull’accesso alla SPA che sembrava la piscina comunale in un giorno di festa! Gente dappertutto: lettini occupati da teli, fila per le docce, saune spesso con solo posti in piedi e vasca termica inavvicinabile. Ovviamente in queste condizioni rilassarsi è stato praticamente impossibile per questo dopo una mezzora scarsa io e Maria ce ne siamo andati a cercare un po’ di relax nella zona attrezzata intorno alla piscina esterna; e devo dire che le cose sono andate meglio. Comunque sia, indipendentemente dalla ressa di gente, il mio giudizio sulla SPA sarebbe stato negativo perché piuttosto angusta come struttura, stilisticamente anonima, sporca e mal gestita ed organizzata da personale poco professionale. Trovo assurdo che all’interno della SPA si possa entrare con le ciabatte personali usate anche all’esterno e che la porta antipanico sia tenuta aperta per consentire alla gente di uscire nel piccolo spiazzo antistante per fumare una sigaretta prima di rientrare! Non ci siamo. Per il resto la struttura secondo me non merita le quattro stelle perché gli arredi, i dettagli e i particolari non sono curati assolutamente; non abbiamo trovato frutta o cioccolatini in camera come era scritto sulla presentazione, il bagno non valeva più di due stelle, il copriletto era bucato, i muri accanto agli ascensori pieni di scritte neanche fosse un muretto di un cortile, il personale vestito trasandato e sporco e la colazione piuttosto dozzinale senza la possibilità di avere un caffè espresso o un cappuccino. Diciamo che a poco meno di 60 € la coppia questo Hotel va bene, ma alle cifre di listino è da evitare alla grande! Nota lieta finale i due buoni omaggio per un trattamento viso e un massaggio da poter utilizzare o regalare entro il 31 dicembre.

Le terme: la val d’Orcia è una famosissima zona termale ed è questo uno dei motivi principali per cui io e Maria l’abbiamo scelta. Dovo aver appurato che le terme di Chianciano e Montepulciano erano il top a livello curativo, ma non avevano piscine naturali abbiamo optato per S.Casciano in Bagni che ha vinto il ballottaggio con Bagno Vignoni e Bagni S.Filippo. L’ingresso alle piscine termali per una giornata intera è piuttosto alto (30 € compreso lettino ed ombrellone), ma se si confronta ad esempio con quanto si paga un doppio turno alla Piscina delle Rose a Roma il prezzo non sembrerà più così eccessivo; devo aggiungere che la piscina merita (anche se io preferisco Saturnia) e che la struttura è molto accogliente, organizzata, pulita e curata. La domenica che abbiamo trascorso qui tra un sonnellino in zona relax, un bagno a 40°, un idromassaggio e un po’ di sole sul lettino è stata davvero meravigliosa.

Il parcheggio: devo dire che avevo un po’ d’ansia a tal riguardo, ma alla fine del weekend mi ritengo soddisfatto perché sono stato fortunato. I parcheggi intorno ai borghi ci sono e la maggior parte di questi sono a pagamento, ma fino alle 20. Il mio consiglio è di muoversi in anticipo sugli orari consueti di pranzo e soprattutto cena altrimenti trovare un buco di posto diventa piuttosto complicato. Ovviamente il discorso varia in base ai giorni, nel weekend è stato più complicato mentre il lunedi è stato facilissimo.

La cucina: nel nostro piccolo abbiamo assaggiato tutti i cibi locali consigliati: cinghiale in coccio e affettato, pecorino di Pienza, carne alla griglia, crostoni toscani, quadrucci al tartufo, cantucci e dolci artigianali fatta eccezione solo per i Pici (non amo la pasta troppo grossa) ed il Brunello di Montalcino (dovevo guidare). Il giudizio ovviamente non può essere che ottimo anche se i ristoranti dove abbiamo mangiato non sono stati eccezionali:

  • Il Pozzo di Pulcinella è un ristorante-pizzeria-bar di Montepulciano tranquillamente evitabile che offre un menù a basso prezzo, ma conseguentemente non molto vario e gustoso. Voto basso.
  • La Taverna dei Tintori è un ristorante – pizzeria di Sarteano che dall’esterno sembra un posto anche piuttosto chic, mentre all’interno è piuttosto alla buona. Non abbiamo mangiato male ed il menù è piuttosto ricco, ma il prezzo tenuto conto della quantità delle portate è un po’ alto. Consigliati i primi piatti, mentre gli antipasti e i secondi vanno evitati.
  • Bacchus è un’enoteca di Montalcino dove io e Maria abbiamo pranzato per il suo compleanno. Esteticamente è molto carino e ben curato con un piccolo “giardino” esterno protetto da ombrelloni dove si può mangiare comodamente. L’interno del locale è molto caratteristico e presenta un vero bancone pieno di salumi e formaggi freschi oltre che marmellate, vini e miele. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo e se vi capita vale la pena fermarsi a mangiare la bresaola di cinghiale o i deliziosi crostoni.

Veloce carrellata sui paesi che abbiamo visitato durante il nostro soggiorno:

Chianciano Terme è un paese piuttosto piccolo e visto che è sede di un’importante centro curativo termale è meta prediletta di persone piuttosto anziane o con dei problemi di salute. Non è quindi una località indicata per chi si vuole divertire, ma per chi vuole starsene in pace a contatto con la natura. Il centro è piccolino con diversi negozi, ma nulla che ha colpito in particolar modo la mia attenzione.

Montepulciano è probabilmente il paese più grande e vario che abbiamo visitato. Pieno di vicoli, stradine e piazze noi abbiamo avuto la fortuna di trovarci nel bel mezzo della festa delle contrade prima del palio delle botti. Davvero molto caratteristica, variopinta ed accogliente e piena di negozi e punti di ristoro.

Pienza è davvero molto bella e se me lo avevano anticipato un po’ tutti un motivo doveva pur esserci. Anche questo paese è molto caratteristico e tra una bottega d’artigiano del cuoio e quella del formaggio e del vino la passeggiata intorno alla piazza centrale col Municipio, il Duomo e la Posta è davvero molto gradevole.

Sarteano è un piccolo borgo che abbiamo visitato di sera in occasione della festa per la vittoria del palio. Tutta una festa per un paesino di poche anime ben curato ed accogliente. Si gira in un’oretta scarsa.

San Quirico d’Orcia è secondo me uno dei paesi più belli che ho visitato. Un saliscendi di strade e una lunga passeggiata caratterizzano questo bellissimo borgo medievale che oltre ad un bel Duomo ha anche una bella e fornita edicola! E questo pesa sul mio giudizio!

Monticchiello è il paese del silenzio. Se uno ha voglia e bisogno di riposarsi in santa pace questo è il posto che fa per lui. Per i resto vi si accede attraverso una lunga salita e all’interno è molto ben curato e grazioso pieno di piante, panchine e fontanelle.

Montalcino a me è piaciuto davvero parecchio. Una visita nella patria del Brunello è d’obbligo per chi passa di qui e ha voglia di gustare un ottimo calice di rosso. Ma anche per chi non ama bere come me e Maria Montalcino presenta punti d’interesse come la bellissima Fortezza ed il centro storico disseminato di negozietti d’artigianato e di prodotti locali.

Redicofani è uno dei paesi che mi è piaciuto meno. Una lunga strada in salita costeggiata qua e la da qualche bottega e nulla più. Al bar d’ingresso al borgo le persone ci guardavano (soprattutto Maria) come se non avessero mai visto dei ragazzi!

Bagno Vignoni lo consiglio solo ed esclusivamente a chi ha desiderio di visitare le sue terme (a pagamento) perché il resto è una piscina naturale ex sorgente termale che adesso è più un laghetto schiumoso che altro. Tutto intorno un minuscolo borghetto medievale che si visita in mezzora con qualche locale bar e ristorante carino.

San Casciano Bagni noi l’abbiamo visto di sfuggita e ci abbiamo trascorso una giornata per via delle terme (sempre a pagamento). Vale lo stesso discorso di Bagni Vignone.

Conclusioni: nel complesso la Val d’Orcia mi è piaciuta parecchio perché qui è possibile organizzare una vacanza piacevole da diversi punti di vista: relax, terme, escursioni, enogastronomia e tanto altro. In un weekend non si può girare e vedere tutto, ma si può fare un bel tour dei borghi come abbiamo fatto io e Maria. Un consiglio per chi volesse farci un pensierino: scarpette comode, costume per le piscine termali (d’obbligo!) e cancellazione della parola dieta dal proprio vocabolario!